Cravatta a righe
2013-04-14 05:28:56 UTC
Stamane stavo passeggiando per i corridoi della mia ragguardevole magione, con lo scopo di acclarare che tutti i dipinti siano stati re-innestati secondo un decoroso ordine, corrente artistica-cronologico, successivamente alla consueta pulizia mensile delle cornici, quando fui attirato da molesti fragori provenienti dalla stanza di un membro della servitù. Mi recai a passo spedito presso l'alloggio del malnato, convinto ad assegnarlo alla lucidatura dell'inter-natiche di tutte le statue del salone di ingresso, e ne varcai l'uscio, trovandomi innanzi al selvaggio spettacolo di uno zoticone abbindolato da quel plebeo aggeggio dispensatore di dozzinalità che è il televisore. Mi accinsi a picchiarlo sul cranio col bastone da passeggio casalingo, indi per cui il bastone in palissandro, quando venni attratto da un logo scorrente all'interno del tubo catodico. Inaspettatamente io e il beduino ci ritrovammo ad esultare tornata dopo tornata, giro dopo giro, curva dopo curva, lui per la leadership del palio detenuta da un bolide rosso, io per questa insegna ricorrente in più curve del tracciato: ROLEX. E giunto il termine della competizione ci abbracciammo, saltando giubilanti per tutta la camera, lui sventolando un citrino vessillo ippico, io facendo roteare il mio orologio da taschino. Non celo che mi scese pure una stilla di commozione nel vedere quella luminosa firma nella patria della produzione di massa. Ora che Rolex si occupa della rilevazione dei tempi nella Formula Uno potrei anche decidere finalmente di seguirla.
Tuttavia mi è sorto tale interrogativo: è lecito per un gentiluomo lasciarsi andare a simili neanderthaliane manifestazioni di enfasi se la cagione che le evoca è comunque degna?
Saluti